In questi ultimi anni, per la precisione a partire dal 2016, la volontà dei governi italiani è stata quella di mantenere il livello tecnologico delle proprie aziende al passo rispetto a quelle dei paesi più industrializzati.

In sostanza, fare questo, significava cercare di evolvere le aziende italiane introducendole a quella che è stata definita “La Quarta Rivoluzione Industriale” (da cui “4.0”).

Infatti “Industria 4.0” (inizialmente chiamata “Impresa 4.0”) è quel movimento e insieme di normative introdotte dai governi per incentivare l’ammodernamento delle aziende portandole al concetto di “Smart Factory”.

Fondamentalmente, nelle tipiche modalità italiane, il tutto consiste in una serie copiosa di regole capillari e non sempre di facile interpretazione, studiate per fare in modo che un imprenditore sia incentivato ad entrare anch’esso nella quarta rivoluzione industriale tramite sgravi utili ad affrontare gli investimenti necessari.

La normativa è voluminosa ma gli investimenti che possono portare un imprenditore ad evolvere la propria azienda con l’aiuto dello stato, riguardano un numero ben definito di tecnologie abilitanti.

Io le ripeterò qui di seguito, e per far prima farò direttamente un bel copia e incolla da altre fonti verificate.

Perchè?

Semplicemente perché lo scopo di questo articolo, a parte la piccola introduzione, non è quello di spiegare tutta la normativa ma quello di valutare il caso che ho notato essere il più battuto dagli imprenditori con i quali collaboro e che mi hanno chiesto aiuto.

D’altra parte riportare l’elenco delle tecnologie abilitanti può comunque essere utile o quantomeno interessante per qualcuno che, se avrà necessità, potrà contattarci per approfondimenti.

Eccolo:

  • Advanced manufacturing solution: sistemi avanzati di produzione, ovvero sistemi interconnessi e modulari che permettono flessibilità e performance. In queste tecnologie rientrano i sistemi di movimentazione dei materiali automatici e la robotica avanzata, che oggi entra sul mercato con i “robot collaborativi” o “cobot”.
  • Additive manufacturing: sistemi di produzione additiva che aumentano l’efficienza dell’uso dei materiali.
  • Realtà aumentata: sistemi di visione con realtà aumentata per guidare meglio gli operatori nello svolgimento delle attività quotidiane.
  • Simulazioni: simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi.
  • Integrazione “orizzontale” e “verticale”: integrazione e scambio di informazioni in orizzontale e in verticale, tra tutti gli attori del processo produttivo.
  • Industrial internet: comunicazione tra elementi della produzione, non solo all’interno dell’azienda, ma anche all’esterno grazie all’utilizzo di internet.
  • Cloud: implementazione di tutte le tecnologie “cloud” come l’archiviazione online delle informazioni, l’uso del “cloud computing”, e di servizi esterni di analisi dati, ecc. Nel “cloud” sono contemplate anche le tecniche di gestione di grandissime quantità di dati attraverso sistemi aperti.
  • Sicurezza informatica: l’aumento delle interconnessioni interne ed esterne aprono la porta a tutta la tematica della sicurezza delle informazioni e dei sistemi che non devono essere alterati dall’esterno.
  • Big Data Analytics: tecniche di gestione di grandissime quantità di dati attraverso sistemi aperti che permettono previsioni o predizioni.

In tutta onestà, ho avuto a che fare con ciascuno di questi aspetti ma posso affermare che (almeno per mia esperienza), la maggior parte delle aziende produttive che ho visto cercare di evolversi ad “Industria 4.0” ha avuto quasi sempre a che fare con il problema legato all’acquisto di un nuovo macchinario di produzione.

Magari non solo…ma quasi sicuramente è stata toccata da questo aspetto.

In questo caso, riferendoci all’elenco delle tecnologie abilitanti, parliamo in gran parte di:

“Advanced manufacturing solution”

…valutando più in dettaglio la questione, esistono spesso sfumature, in base alle funzionalità del macchinario, che possono andare a toccare anche altre tra le tecnologie elencate.

Se ci pensiamo un po’, una volta ingaggiato un fornitore per portare in azienda tecnologie come il Cloud per l’archiviazione dei dati, o Sistemi per aumentare la Sicurezza informatica, è molto intuibile (guardando l’elenco di cui sopra) che si possa rientrare nella casistica di una tecnologia abilitante.
Attenzione che non è sempre così, ma è più logico pensarlo no?

Quando invece ci si trova davanti alla necessità di acquistare un macchinario di produzione?
Come si può capire se è dotato delle funzionalità e tecnologie che permetteranno l’evoluzione a Industria 4.0? Cosa serve per fare in modo che lo stato dia un aiuto economico?

L’esigenza di acquistare un nuovo macchinario spesso però non nasce dalla voglia di trasformare la propria azienda in una “Smart Factory”, ma semplicemente dal fatto che un vecchio macchinario ormai non funziona più come deve e ne serve uno nuovo. O magari dal fatto che i volumi di produzione sono aumentati e serve aumentare la propria produttività acquistando attrezzature aggiuntive.
Su questo fronte, la maggior parte delle volte, ci si trova quindi a “DOVER” affrontare la questione e non a “VOLERLA” affrontare. Vengono pertanto introdotti al discorso anche tanti imprenditori che non si reputavano interessati ma che, dal momento in cui devono effettuare un investimento, vogliono capire se potranno essere aiutati dallo stato.

Ricordiamoci che la normativa è italiana.

Questo non vuol dire che solo prodotti italiani permetteranno di accedere alle agevolazioni fiscali. Anzi, se pensiamo alle premesse che hanno dato il via al movimento, queste lasciano pensare che sia più probabile che un prodotto straniero sia già dotato di tutte le tecnologie necessarie piuttosto che uno italiano.
Vorrei però evidenziare che molti produttori italiani hanno evoluto i propri prodotti al punto che, grazie al nostro DNA nazionale in cui i cromosomi legati alla qualità lavorano sempre a livelli di eccellenza, si è spesso a superata la concorrenza estera.

Comunque sia, che l’acquisto sia quindi di un macchinario prodotto in Italia piuttosto che in paese estero non è rilevante.
[Magari se Italiano, sarà meno difficoltoso capirsi relativamente ai requisiti “Industria 4.0”]

Ormai sono passati 4 anni dall’avvio del movimento ma ci sono ancora tante paure e tanti dubbi che si innestano nella mente di chi deve acquistare

“…dovrò attivarmi per fare implementazioni tecnologiche in azienda che mi permettano di sfruttare queste nuove funzionalità?…sarò in grado?…chi me le farà?”

“…avrò reali vantaggi nello sfruttare queste nuove funzionalità?”

“…alla fine sarà necessario far effettuare una perizia da un organo competente che dichiari il rispetto della normativa…
..ho sentito dire che se il valore del bene è superiore a certe soglie la perizia dovrà essere addirittura “giurata”…Sarà costosissimo! E se non riuscirò a passare questa perizia?”

“…il prezzo del prodotto che dice di essere dotato di tutte queste funzionalità è molto più alto ma sarà realmente vantaggioso?”

Permettetemi una piccola provocazione: tutte queste paure devono ridursi al solo accertamento che il macchinario rispetti alcuni pochi e semplici requisiti. Tutto il resto è noia!
Perché il vero vantaggio non sarà realmente l’evidente aiuto economico che potrà dare lo stato tramite gli sgravi fiscali. Il vero vantaggio sarà l’enorme risparmio di tempo e denaro che si potrà avere fin da subito e nel lungo periodo SE verranno sfruttate realmente le nuove tecnologie e quindi le nuove funzionalità del macchinario stesso.

Il vero “problema” (se lo si vuole chiamare così) sarà quello di non riuscire più a farne a meno!

Quindi quali sono i pochi e semplici requisiti che deve rispettare il nuovo macchinario:

  • Poter essere collegato alla rete aziendale
  • Che sia dotato di un PROTOCOLLO DI COMUNICAZIONE che tramite il collegamento di rete permetta in qualsiasi momento di:
    1. conoscere in tempo reale lo stato di funzionamento
      (in questo caso intendo a 360°…allarmi, contatori, modalità di lavorazione e funzionamento, ordine e/o lotto di produzione)
    2. programmarne le modalità di lavorazione
      (articoli/ricette/distinte base/parametri di lavorazione)
    3. comandare l’avvio, l’arresto, la pausa delle lavorazioni
      (accompagnati da dettagli di tracciabilità quali ordine e/o lotto di produzione)

Se il macchinario rispetta questi requisiti sicuramente sarà possibile introdurlo alle tecnologie abilitanti.

ATTENZIONE!
Non sto dicendo che con il solo accertamento di queste due condizioni si sarà in grado di superare la perizia e accedere quindi agli sgravi fiscali. Sto dicendo che sarà sicuramente possibile arrivare allo scopo senza avere il dubbio che l’acquisto effettuato non possa rientrare nella casistica.
Tutto il lavoro necessario a completare il progetto potrà anch’esso rientrare nella casistica.

CM SOFTWARE SOLUTIONS permetterà di togliersi immediatamente il pensiero della perizia finale assicurando tutto il necessario per l’accesso agli sgravi fiscali. Ma permetterà soprattutto di integrare al meglio in azienda il nuovo macchinario sfruttandone completamente le nuove tecnologie e permettendo fin da subito di iniziare a risparmiare un sacco di tempo e denaro.

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